Durante la guerra Beppe Garella partecipa alla resistenza partigiana , attività che gli valse il riconoscimento di “partigiano combattente” .

Con l’aiuto della sua famiglia inoltre , arrivò a dare ricovero e sostegno  nella casa di campagna di Levone Canavese a quasi 50 persone al giorno, tra soldati italiani e inglesi che scappavano ai tedeschi e i partigiani che avevano creato dei nuclei nelle montagne del canavese.

Collaborò alla formazione del gruppo Nicola a Forno Canavese e fu arrestato per due volte dalla Polizia investigativa di via Asti di Torino.


Il 27 aprile 1945 partecipa alla delegazione di cui faceva parte anche il padre, Pilade Garella , e che riesce a ottenere la liberazione dei 500 detenuti politici delle carceri.

Dopo trattative dirette con l’allora Prefetto fascista Grazioli, riuscirono a fare occupare le carceri da una delegazione di Patrioti e a  fare prigionieri sia i soldati del Corpo di Guardia Fascista che di quello tedesco, ma soprattutto ad evitare l’eccidio finale dei prigionieri politici.

 

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